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Yara, Roberta Bruzzone: “Perchè è una “strategia difensiva discutibile” su Dna e sex offender”

Intervista del 27 maggio 2016

Yara, Roberta Bruzzone: “Perché è una “strategia difensiva discutibile” su Dna e sex offender”

“Ricondurre tutto al presunto complotto contro Bossetti mi sembra una strategia difensiva discutibile, specie se a fronte della richiesta di pena massima, l’ergastolo, che normalmente si chiede quando gli elementi a carico dell’imputato sono numerosi e concordanti”. Così Roberta Bruzzone, criminologa, analizza con Intelligonews, l’arringa dei difensori di Bossetti.
E’ il giorno della difesa di Bossetti: i legali nell’arringa hanno usato la parola “tortura” per sottolineare quello che ritengono una sorta di accanimento mediatico e non sul loro assistito, citando tra gli altri elementi, l’ormai famosa lettera della detenuta Gina. Come legge questa strategia difensiva? 
“Ho sempre avuto seri dubbi sulla strategia difensiva adottata dai legali di Bossetti perché dal mio punto di vista non ha mai, neanche minimamente intaccato la bontà e la validità degli elementi probatori portati dalla Procura. Continuare a ostinarsi ad attaccare su aspetti assolutamente periferici di questa vicenda, diversamente dagli elementi probatori portati considerati affidabili al vaglio del dibattimento – non a caso tutte le richieste di perizia avanzate dalla difesa sono state rigettate e questo secondo me è già un segnale chiaro di come sia orientata la Corte – e fare tutto questo cercando di ricondurre il tutto al presunto complotto, credo sia una strategia difensiva discutibile soprattutto davanti alla richiesta di ergastolo, ovvero la richiesta di condanna più severa che normalmente viene avanzata quando gli elementi a carico dell’imputato sono numerosi e concordanti”.
Il passaggio sul Dna: come analizza la dichiarazione degli avvocati di Bossetti secondo quali i giudici hanno giurato sulla Costituzione e non sui libri di biologia? 
“Anche questa secondo me è un’affermazione che lascia il tempo che trova. E’ vero che i giudici hanno giurato sulla Costituzione ma indubbiamente la giurisprudenza ormai si è espressa ampiamente sul valore del dna come prova in dibattimento, in qualche modo dimostrandone l’assoluta affidabilità. Cercare di generare dubbi su un elemento che è ormai lampante, è comprensibile nel contesto del momento, ma mi sembra un tentativo disperato”.
La difesa considera assurdo tratteggiare il profilo di Bossetti come quello di un sex-offender, a maggior ragione nel momento in cui la sua vita è stata passata al setaccio e non è spuntata nemmeno un’amante. Il fatto che non siano spuntate ipotetiche amanti esclude di per sé la possibilità che un uomo possa essere un sexual offender? 
“Non è che serve l’amante per dire che uno possa avere certe propensioni; diversamente avremmo un’intera popolazione di potenziali sex-offender in considerazione del numero di uomini che hanno le amanti. Mi sembra un paragone poco felice. Se basta l’amante per pensare che uno sia un sex-offender, allora probabilmente siamo circondati da sex-offender”.