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Tribunale Milano, Bruzzone: “Giardiello agitato e violento, ma l’incapacità è altro”

Intervista del 05 aprile 2016

Tribunale Milano, Bruzzone: “Giardiello agitato e violento, ma l’incapacità è altro”

Claudio Giardiello poteva essere incapace di intendere e di volere quando il 9 aprile dello scorso anno, armato di pistola, entrò in un’aula del tribunale di Milano ed uccise il giudice fallimentare Fernando Ciampi, l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani e l’ex socio in affari Giorgio Erba? Secondo il suo legale sì. L’incapacità di intendere e di volere è stata sostenuta dal legale dell’imputato Andrea Dondè. “Ci sono degli elementi per dire che Giardiello fosse incapace di intendere e volere? Per noi sì, per gli avvocati di parte civile no e quindi bene hanno fatto i giudici ad accogliere la perizia”, ha detto.
IntelligoNews ha posto la stessa domanda alla criminologa Roberta Bruzzone
Un uomo che uccide tre persone in un tribunale può essere incapace di intendere e di volere?
“Comprendo la scelta del legale, in casi del genere è l’unico tentativo di strategia difensiva. Ma credo che sarà un tentativo vano, non credo ci siano gli estremi per un pronunciamento di infermità. Neppure parziale”.
Un atto dovuto?
“Normalmente i giudici in una situazione di questo tipo dispongono la perizia psichiatrica. Ma alla luce di quanto accaduto mi sembra difficile, ripeto, un pronunciamento di imparzialità. Anche il movente non è compatibile”.
Ricordiamo le polemiche dello scorso anno, ora divamperebbero in modo ancora maggiore se si affermasse che quell’uomo capace di entrare armato in un tribunale italiano fosse in realtà incapace di intendere e di volere?
“Già il fatto che sia entrato un uomo armato in un tribunale è un qualcosa di sufficientemente grave. Un aspetto questo che andrà poi gestito e considerato in quanto molto inquietante. Sicuramente il soggetto era in condizioni psichiche precarie, era agitato e violento, ma altra cosa è parlare di infermità psicologica all’epoca dei fatti. Mi pareva ben determinato e consapevole, tant’è che per introdurre l’arma ha usato un espediente”.
Il fatto è avvenuto praticamente un anno fa e in molti chiesero giustizia subito per quelle tre vittime. Come tempi ci siamo?
“Sì, ci siamo. Avranno dovuto fare un’indagine preliminare non certo banale, una vicenda che meritava un certo approfondimento. Un anno è un tempo piuttosto accettabile per l’Italia…”.