Cerca
Close this search box.

Sospesa semilibertà a Doina Matei, Bruzzone: “Non serve Freud: è la struttura della personalità il tema”

Intervista del 13 aprile 2016

Sospesa semilibertà a Doina Matei, Bruzzone: “Non serve Freud: è la struttura della personalità il tema”

Doina Matei torna in carcere a tempo pieno. Il giudice monocratico di sorveglianza di Venezia, Vincenzo Semeraro, ieri sera ha firmato la sospensione della semilibertà per la giovane romena che uccise con un ombrello la ventitrenne romana Vanessa Russo nel 2007. Cosa è successo? Lo chiediamo alla criminologa Roberta Bruzzone.

Il giudice si è limitato a disporre la “provvisoria sospensione della semilibertà” senza dare motivazioni.

“Dovremmo capire se davvero le foto abbiano fatto scattare la decisione. Certo, possono aver testimoniato un uso improprio della semilibertà, che comunque solitamente riguarda degli impegni extra-carcerari di tipo lavorativo, che presuppongono la comunicazione da parte del detenuto di tutti i suoi spostamenti. Si potrebbe trattare di una violazione di tali termini”.

Ma nel momento in cui Doina tornasse attenta al rispetto della procedura…

“Quello del giudice è un segnale che andava dato, fermo restando che parliamo di una persona condannata in via definitiva che, a questo punto e secondo il nostro ordinamento, avrebbe diritto di accesso a misure alternative al carcere come la semilibertà. Poi  l’utilizzo che si fa di questa misura premiale, nel rispetto di determinati termini, è determinante nel valutare se far continuare o no il detenuto in questo regime. Se non fossero stati rispettati i termini è normale che si disponga la revoca, momentanea per amor del cielo, ma è normale…”

Doina Matei aveva un profilo Facebook con 120 amici in cui pubblicava foto di lei sorridente, al mare… Foto non gradite alla famiglia della vittima che ha detto: “Il nostro dolore è sempre aperto”.

“Non serve Einstein per comprendere la gravità di quanto commesso e che la strada di postare su Facebook le foto non è la migliore A me preoccupa maggiormente il fatto che comunque persone che sono state coinvolte in vicende così terribili, non abbiano mimimanete usato il carcere e la detenzione per elaborare i sensi di colpa… La Russo non avrà più occasione di andare in spiaggia sorridente a farsi un cocktail al mare… Io capisco che ognuno si riprenda la propria vita ma sbandierarla attraverso un sistema alla mercé di chiunque, insospettisce evidentemente. Potrebbe sembrare che la persona non abbia elaborato l’accaduto”.

Sono aiutate le persone in semilibertà attraverso incontri psicologici o altro?

“Non è che ci vuole Freud per aiutare qualcuno a comprendere che quello che ha fatto è indelicato quantomeno, lì è semplicemente un problema di struttura della personalità. Te lo può spiegare  il miglior psicologo e psichiatra della terra ma evidentemente non hai gli strumenti in questa fase per comprendere queste cose. Al di là della valutazione morale della famiglia, che è legittima, è anche un problema di opportunità personale, perché quel tipo di comportamento incorre in sanzioni, come è accaduto evidentemente”