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Sabrina Misseri “fredda calcolatrice”. Per Bruzzone “capacità criminale sconcertante”

Intervista dell’ 11 ottobre 2017

Sabrina Misseri “fredda calcolatrice”. Per Bruzzone “capacità criminale sconcertante”

Sono uscite le motivazioni con cui la Cassazione ha confermato le condanne all’ergastolo per Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano per l’omicidio di Sarah Scazzi negando loro ogni possibile sconto di pena. I giudici evidenziano come Sabrina sia stata abile nel porre in atto “una fredda pianificazione di una strategia finalizzata, attraverso comportamenti spregiudicati, obliqui e fuorvianti al conseguimento dell’impunità”. Sabrina Misseri in pratica “strumentalizzando i media” avrebbe tentato di deviare le investigazioni spingendole verso piste fasulle, non ultima quella di addossare la responsabilità al padre Michele condannato a 8 anni di carcere.

Sabrina dunque spietata manipolatrice? Per la criminologa Roberta Bruzzone contattata da Intelligonews non ci sono dubbi. La Cassazione avrebbe delineato alla perfezione il “profilo criminale” della Misseri.

“La Cassazione ha confermato ciò che con chiarezza era già emerso in primo e in secondo grado – spiega la criminologa – Sabrina Misseri è un soggetto dotato di capacità criminale sconcertante, una capacità che non soltanto le ha permesso di poter realizzare l’omicidio della povera Sarah e gestire in tutta tranquillità le fasi immediatamente successive, ma soprattutto di mettere in atto una strategia di depistaggio che si è protratta per più di quaranta giorni dopo il delitto, esercitando un controllo assoluto su tutti i membri della famiglia. Sconcertante poi – aggiunge Bruzzone – anche la capacità di manipolare i media tradizionali, in primis le trasmissioni televisive, per indirizzare le indagini verso false piste, fatto questo che ha costituito un elemento di assoluta novità nel sistema dell’informazione. Forse mai nessuno prima ci era riuscito con la stessa abilità”.
Bruzzone separa poi il ruolo di Cosima Serrano da quello della figlia: “La madre pur avendo partecipato attivamente al delitto – spiega – ha poi scelto un’altra strategia, per certi versi opposta a quella di Sabrina, una strategia chiusa, lontana dai riflettori, forse delegando alla sola figlia il compito di occupare la scena mediatica per depistare le indagini”.
Chiaro anche il ruolo del padre Michele che prima si era addossato la responsabilità del delitto, poi aveva accusato la figlia per poi ritrattare ancora e continuare a ripetere di essere lui l’assassino. “La cosa più agghiacciante di questa strategia di depistaggio – attacca Bruzzone – sta proprio nel fatto che, quando Michele Misseri confessa addossandosi la responsabilità dell’omicidio in maniera del tutto sgangherata, contraddittoria e poco credibile, questo sacrificio viene accolto con così grande favore da diventare il pilastro fondamentale della difesa delle due donne. Ancora oggi Sabrina insiste nel dire che l’assassino di Sarah è il padre, nonostante le evidenze investigative dimostrino inequivocabilmente che l’assassina è lei, che ha agito in concorso con la madre. Scegliere il padre come capro espiatorio e vittima sacrificale è forse l’aspetto più terrificante della vicenda secondo soltanto all’omicidio della Scazzi”.