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Rudy Guede in tv, Bruzzone: “Uomo cambiato, ma vi spiego cosa non mi convince”

Intervista del 22 gennaio 2016

Rudy Guede in tv, Bruzzone: “Uomo cambiato, ma vi spiego cosa non mi convince”

Se Rudy Guede, l’unico condannato per la morte della giovane per concorso in omicidio non ha impugnato l’arma del delitto, chi ha ucciso Meredith nel 2007? Guede ha parlato nella serata di ieri, 21 gennaio, in un’intervista rilasciata in esclusiva al programma televisivo di Rai Tre, “Storie maledette”. Il ragazzo sta scontando la pena a sedici anni di reclusione per concorso in omicidio, mentre gli altri due protagonisti della vicenda, Amanda Knox e Raffaele Sollecito, sono stati scagionati da ogni accusa.IntelligoNews ne ha parlato con la nota criminologa Roberta Bruzzone.

Ieri ha visto il programma?

“Sì”.

Qual è la sua impressione?

“Non le nascondo che conoscendo la competenza e la sensibilità della Leosini forse mi sarei aspettata qualche domanda scomoda in più perché ieri Guede ha fornito un’altra versione dei fatti rispetto a quella fornita durante il processo. Ieri sera abbiamo appreso che lui è sicuro che Amanda fosse presente e che con lei c’era un’altra figura maschile, presumibilmente quella di Raffaele Sollecito. Ma durante il processo non è mai stato così preciso. Un’informazione sconvolgente, perché se ha ragione lui allora è da riscrivere totalmente la storia”.

Ma durante il processo non disse questo?

“Esatto, tutta questa precisione non l’ha mai avuta. Francamente continuo ad avere delle perplessità su quello che dice relativamente al suo essere in bagno, ascoltare musica e così via. Ripeto: non è un caso che la sua versione non abbia convinto i giudici. Certo, ieri sera si è presentato con un linguaggio adeguato, una persona in questo senso diversa da quella che avevamo imparato a conoscere all’epoca dei fatti. Lui dice che la sua colpa è nel non essersi adoperato per salvare Meredith, ma avrebbe potuto anche anonimamente chiedere aiuto anche solo con una telefonata al 118”.

Quando una persona condannata dice che non ha problemi a stare vent’anni in carcere per non aver soccorso la vittima, ma neanche un giorno per la sua uccisione cosa intende dire davvero?

“Un modo elegante per dire che con la morte c’entra anche lui. Certo, ha ragione quando dice che il coltello non è mai stato posto nelle sue mani nella ricostruzione dei vari gradi di giudizio. Lui in qualche modo viene collocato nella scena, ma non come autore del colpo mortale. Non ci dimentichiamo che questo ragazzo con una vittima in quelle condizioni con il cui corpo ha interagito successivamente alla morte, imbrattandosi di sangue e sporcando la stanza con il sangue della vittima, anziché chiedere aiuto si è allontanato e il giorno dopo ha preso la via dell’estero. A me questa situazione continua a non convincere”.

Quella frase comparsa durante il programma, “trovato nero trovato colpevole”, che significato ha?

“Lui l’ha sempre detto, una matrice di tipo razzista. Non penso proprio però che realisticamente chi era sulla scena possa avere detto una cosa del genere. L’assassino ha appena ucciso una persona, vede lui uscire dal bagno e dice quella frase prima di andare via?”

L’apertura di un suo profilo Facebook, gestito dal Centro per gli studi criminologici di Viterbo, che effetto le fa?

“Ormai una buona parte dell’immagine sociale di ciascuno di noi si gioca lì. Mi creda, so di cosa parlo. Molti processi sono molto più vitali sui social che non nelle Aule di dibattimento. Eventualmente in vista di una ormai prossima carcerazione sta cercando di perorare la sua versione, ma che possa chiamarsi fuori dalla storia mi sembra veramente difficile”.