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Omicidio Magliana, Bruzzone: “Ha vinto l’indifferenza, è pornografia del male”

Intervista del 31 maggio 2016

Omicidio Magliana, Bruzzone: “Ha vinto l’indifferenza, è pornografia del male”

Un interrogatorio di otto ore, poi è crollato. E ha confessato l’atrocità del suo gesto. Ad uccidere Sara Di Pietrantonio è stato l’ex fidanzato Vincenzo Paduano, una guarda giurata di 27 anni, che ha ammesso che il movente del delitto era la gelosia, come riportato dalle agenzie di stampa. A sconvolgere, tra l’altro, è anche il fatto che nessuno abbia prestato aiuto alla giovane che si sarebbe sbracciata in strada poco prima di perdere la vita. Nessuna chiamata al 112, niente di niente. IntelligoNews ne ha parlato con la criminologa Roberta Bruzzone
Nessuno si è fermato, nessuno ha chiamato soccorso. Che società è questa?
“Viviamo nell’epoca della totale indifferenza. Nessuno vuole guai e quindi chi vede una ragazza in difficoltà oggi ha come primo pensiero quello del rischio, di una truffa e così le persone oggi sono esclusivamente concentrate sul proprio orticello. Non c’è spazio per altro”.
In rete si sono visti anche selfie con i morti e poi non si aiuta chi è vivo. In queste ore nella strada del delitto non mancano i curiosi.
“Sì, esiste anche il turismo dell’orrore. C’è quell’interesse macabro e pruriginoso che esercita il male per i luoghi interessati da vicende tragiche di questo tipo. A Londra c’è il tour dei luoghi di Jack lo squartatore, dunque non mi sorprendo più di tanto. Siamo ormai dei pornografi del male, questa è la dimensione. Nel momento in cui qualcuno è davvero in difficoltà salta fuori una totale sottovalutazione di questi tipi di scenari, anzi una sorta di indifferenza perché ormai siamo portati a badare solo a ciò che interessa noi”
Che tipo di omicidio è questo?
“La ragazza è morta indubbiamente perché aveva l’ennesimo mostro della porta accanto alle sue calcagna. Delitti premeditati, commessi con una ferocia incredibile perché l’obiettivo non è solo uccidere, ma distruggere simbolicamente la donna che ha osato in qualche modo sottrarsi al possesso di questi soggetti. Questa vicenda se vogliamo si spinge oltre a questa dimensione, perché qui la società, ossia i cittadini potevano intervenire”.