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Coniugi uccisi a Cagliari, Bruzzone: “Genitori di figli problematici monitorino i profili social. E denuncino”

Intervista del 13 maggio 2016

Coniugi uccisi a Cagliari, Bruzzone: “Genitori di figli problematici monitorino i profili social. E denuncino”

“I genitori di figli problematici devono imparare a non sottovalutarli e a fare denuncia, perché è l’unico modo per sopravvivere a questo tipo di soggetti”. Lo ha detto a IntelligoNews la criminologa Roberta Bruzzone in merito all’ennesimo caso di omicidio famigliare che ha avuto luogo a Settimo San Pietro (Cagliari). Le vittime due coniugi, bastonati e sgozzati dal figlio adottivo, un 28enne che piantonato in ospedale avrebbe poi confessato il delitto.
Dopo aver preso a bastonate e sgozzato i propri genitori, il ragazzo avrebbe consumato alcol e droga nella stessa stanza dove giacevano i cadaveri. Purtroppo uno scenario che ricorre spesso, secondo lei in questi casi cosa scatta nella mente della persona?
“Normalmente questo tipo di delitti in ambito famigliare matura per rancori e incomprensioni che naturalmente contrassegnano già un rapporto; non giustificando nessuno. Di solito i genitori sanno già di avere a che fare con un figlio violento, e purtroppo molto spesso sottostimano il rischio di un’escalation di questo genere. L’elemento poi che fa scattare e agevola l’aggressione finale è proprio il consumo di alcol e stupefacenti. Sono scenari molto frequenti soprattutto quando c’è del disagio psichiatrico da parte del figlio sottovalutato dai genitori, il quale normalmente si accompagna anche al consumo di stupefacenti. Non nascondo che quando sentii la notizia di questa coppia massacrata nella propria abitazione il pensiero si rivolse subito alla possibilità che fosse stato qualcuno a loro vicino, ossia figlio o un’altra persona nell’ambito famigliare. In questo senso è un copione tristemente noto. I genitori di figli che manifestano questo tipo di problematiche devono imparare a non sottovalutarle e a fare denuncia, perché è l’unico modo per sopravvivere a questo tipo di soggetti”.
Successivamente al tragico gesto il ragazzo avrebbe deciso di agire, in modo irrazionale, prendendo il pick-up del padre e usando il bancomat, tra l’altro facilmente rintracciabile. Questo tipo di dinamica potrebbe renderlo incapace di intendere e di volere?
No, assolutamente no. Sicuramente c’è una problematica di disagio, non mi stupirebbe venire a conoscenza che questa persona potrebbe aver avuto dei precedenti psichiatrici, dei ricoveri legati a questo o problemi di tossicodipendenza. Sono tutte cose collegate al disturbo psichiatrico pre-diagnosi. Comunque no, questo non lo rende incapace di intendere e di volere, ma è da considerare che il consumo di stupefacenti o alcol in questo tipo di scenario è un aggravante, a meno che non risulti una dipendenza cronica, ma non mi sembra qui il caso”.
Essendo il soggetto un ragazzo adottato, quindi dal profilo non facile, possiamo dire che il fattore adozione abbia influito in qualche modo?
“Io ho assistito a omicidi della stessa natura e con modalità simili da parte di figli biologici, quindi è chiaro che qui bisognerebbe capire un po’ la storia di questo ragazzo, comprendere che tipo di rapporto avesse con i genitori e quando ha iniziato ad avere questo tipo di disagio. Ma non è la condizione di figlio adottivo che si correla a questo tipo di epiloghi. Assolutamente no, questi scenari avvengono anche in famiglie con figli naturali, purtroppo la problematica è legata al profilo psichiatrico e al consumo di stupefacenti”.
Sul suo profilo Facebook il ragazzo aveva scritto: “Non provocare mai più del dovuto una persona buona. Lei osserva, medita, riflette…Ma quando agisce lo fa con un solo intento. Distruggere chi le ha fatto del male”. In relazione a questo, bisogna che i genitori controllino i social dei propri figli? E quanto contano oggi questi mezzi per scoprire una mente criminale?
“Sicuramente oggi i social media sono un’utilissima fonte informativa, anche per avere un modo in più per sapere cosa succede nella vita delle persone. Normalmente ormai quello che accade nel mondo emotivo trova ampio modo di manifestarsi proprio attraverso questo tipo di piattaforme, quindi è un ottimo consiglio per i genitori di monitorare quello che accade sui profili dei propri figli, soprattutto se si tratta di ragazzi con problematiche importanti. Il disagio psicologico passa facilmente attraverso il profilo social e da lì si manifesta nella maniera più evidente”.