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Caso Marchini, Bruzzone: “Sbaglia Saviano. Giovani evitate anche la prima canna: dov’è la menzogna”

Intervista del 04 maggio 2016

Caso Marchini, Bruzzone: “Sbaglia Saviano. Giovani evitate anche la prima canna: dov’è la menzogna”

“Lo so che mi odieranno ma non esistono droghe leggere: è una grande menzogna. Ai giovani dico: investite su voi stessi, non cercate scorciatoie; le scorciatoie non portano da nessuna parte e in questo caso è meglio stare alla larga da qualunque tipo di sostanze, evitando anche il primo esperimento, la prima prova”. Così Roberta Bruzzone, criminologa, nell’intervista con Intelligonews parla da esperta ai giovani mettendo in guardia dagli effetti fisici oltreché psicologici legati all’uso dalla cannabis. Il tutto, partendo da una dichiarazione di Marchini sul figlio, diventata virale sui social.
Partiamo dal caso diventato virale sui social: Marchini ha dichiarato che suo figlio è uscito dal coma anche grazie al fatto che non si è mai fatto una canna. Da esperta, può spiegare come e quanto l’uso di cannabinolo incide sul cervello anche in considerazione della trasformazione chimica diversa dal passato che oggi sottende alla preparazione della dose?
«La quantità di principio attivo è sempre più ridotta perché è miscelata con altre sostanze per certi versi anche peggiori del Phc che chiaramente hanno la funzione di aumentare comunque le sensazioni di sballo a fronte di sostanze che costano meno rispetto a quella principale; e questo vale per tutti gli stupefacenti. Io sono da sempre contrarissima a qualunque uso di stupefacenti dalle cosiddette droghe leggere che io non credo esistano; e sono tra coloro i quali sostengono che questo tipo di sostanze abbiano un effetto devastante sull’organismo. Purtroppo, mi trovo molto spesso a confrontarmi con atti criminali anche omicidi commessi pure sulla scorta del consumo di questo tipo di sostanze che hanno, tra l’altro, la capacità di tirare fuori il peggio da chi le assume. Quindi, in questo senso, non escludo che effettivamente, possa aver ragione Alfio Marchini e che anche il fatto che il figlio non sia stato contaminato da queste sostanze possa avergli dato una chance in più in una vicenda tremenda come quella di un risveglio dal coma».
Roberto Saviano scrive sui social che Marchini con la sua affermazione ha mostrato disinformazione, proibizionismo e ignoranza che sono alleati delle mafie. E’ così secondo lei oppure l’alleato delle mafie è la disinformazione dei ragazzi sugli effetti fisici legati all’uso della cannabis?
«Io credo che il principale alleato di qualunque tipo di mafia intesa come organizzazione criminale radicata sul territorio sia la disinformazione e l’ignoranza e, purtroppo, la mancanza di alternative nelle realtà locali. Quindi, non credo affatto che Marchini con questa affermazione, possa aver agevolato un granchè in tal senso».
Un ragazzo che fa uso quotidiano di cannabinolo ha difficoltà più gravi a recuperare fisicamente da un trauma, come un incidente stradale o anche di fronte a una malattia neurologica? E il cervello di un consumatore di cannabis come si presenta a 40 anni?
«Ci sono studi ampiamente consolidati nel settore che dimostrano come tutte le sostanze, parlano di un cervello fortemente depauperato con un numero di cellule disponibili per il naturale fisiologico ricambio che esiste – perché le cellule corticali non si rigenerano a differenza di altri tessuti – ridotto. Il patrimonio di cellule neuronali che abbiamo quando veniamo al mondo, dobbiamo giocarcelo il meglio possibile, in maniera tale da poter garantire anche durante l’invecchiamento, una buona tenuta dal punto di vista cognitivo. Quelli che usano questo tipo di sostanze si giocano il patrimonio di cellule neuronali ben prima di iniziare quella fase. Oggi stiamo assistendo a una vera e propria epidemia, ovvero a un aumento vertiginoso di casi che entrano pienamente nella demenza senile ma che in realtà non sono interamente collegate all’età e alla fase dell’invecchiamento. Dunque, fatevi qualche domanda: è chiaro che se una persona dilapida la propria eredità neuronale attraverso l’uso di queste sostanze, purtroppo nell’invecchiamento che prima o poi di affaccerà fisiologicamente, anche nelle strutture corticali avrà un effetto devastante, perché non troverà la possibilità di essere supportato dal resto di quelle cellule che sono state bruciate».Da esperta, cosa direbbe ai giovani che credono ai facili tranelli ideologici delle droghe leggere, quindi delle canne e soprattutto di quello che viene dopo?
«Lo so che mi odieranno ma non esistono droghe leggere: è una grande menzogna. Ai giovani dico: investite su voi stessi, non cercate scorciatoie; le scorciatoie non portano da nessuna parte e in questo caso è meglio stare alla larga da qualunque tipo di sostanze, evitando anche il primo esperimento, la prima prova».