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Revisione Garlasco, Bruzzone: “Dna irrilevante. A Stasi non resta che un’unica strada”

Intervista del 24 gennaio 2017

Revisione Garlasco, Bruzzone: “Dna irrilevante. A Stasi non resta che un’unica strada”

“Una decisione realistica che mi aspettavo, non c’erano a mio giudizio i presupposti per la revisione del processo ad Alberto Stasi”.

La criminologa Roberta Bruzzone commenta con Intelligonews la decisione della Corte d’Appello di Brescia che, in relazione al delitto di Garlasco ha respinto la richiesta di revisione del processo sull’omicidio di Chiara Poggi avanzata dai legali di Alberto Stasi, il fidanzato della ragazza condannato in via definitiva. La richiesta della difesa poggiava sui risultati di una consulenza genetica che aveva riscontrato tracce del Dna di un amico del fratello di Chiara nelle unghie della vittima.
Il processo ad Alberto Stasi non si rifarà, la corte d’Appello di Brescia ha chiuso definitivamente le porte a questa possibilità. Se l’aspettava?
“Assolutamente sì. Non mi sorprende affatto questa decisione perché ho sempre ritenuto che gli elementi alla base della richiesta di revisione del processo non fossero in grado di dimostrare nulla di più o di meno, rispetto a ciò che già si sapeva”.
Neanche il Dna trovato sulle unghie di Chiara riconducibile presumibilmente all’amico del fratello della vittima? 
“Il Dna maschile, per altro incompleto, trovato sulle unghie di Chiara Poggi, già all’epoca del processo Stasi era del tutto irrilevante e insignificante dal punto di vista probatorio perché si trattava di poco materiale, non utile ai fini identificativi. Quelle tracce non portavano a nulla, né a favore, né contro Stasi. Sono state altre le prove che hanno convinto circa la colpevolezza di Stasi determinandone la condanna definitiva. Innanzitutto il fatto che non potesse non sporcarsi le scarpe camminando all’interno dell’abitazione che era fortemente popolata di tracce di sangue della povera vittima, oltre ad altri elementi che riconducevano anche a dichiarazioni da lui rese. Le tracce di Dna sulle unghie, che non avevano avuto alcun valore di prova per condannare Stasi, a maggior ragione oggi non potevano valere per scagionarlo”.
Quindi la persona indicata dalla difesa di Stasi come potenziale colpevole, possiamo considerarlo estraneo all’omicidio?
“Credo che questa persona possa tirare un sospiro di sollievo. Certo, non è piacevole finire in prima pagina su una vicenda come questa con tanto di nome e cognome, ancora prima che la Corte d’Appello di Brescia si pronunciasse sulla fondatezza della richiesta di revisione del processo. E’ chiaro che questa persona ha subito dei danni di immagine, visto che la sua faccia è stata associata a quella di un potenziale assassino. Credo che sarebbe stato opportuno proteggere la sua identità in attesa del pronunciamento della Corte, evitando di esporlo ai riflettori della cronaca e ad un clamore mediatico che non avrebbe meritato, visto che oggi i giudici hanno in pratica accertato che non esistono elementi probatori che possano ricondurre ad una sua presunta responsabilità nell’omicidio”.
A questo punto è davvero finita, oppure la difesa di Stasi può giocare ancora altre carte per far riaprire il processo?
“L’unica carta che possono giocarsi a questo punto è quella del ricorso alla Corte Europea”.