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Omicidio Varani, Bruzzone: “Sono cruciali le 48 ore precedenti. La cocaina non può essere una scusa”

Intervista del 10 marzo 2016

Omicidio Varani, Bruzzone: “Sono cruciali le 48 ore precedenti. La cocaina non può essere una scusa”

La notizia dell’ultima ora è che Luca Varani non sarebbe morto per la coltellata al cuore inflitta dai suoi due aguzzini, ma per le sevizie subite prima del colpo finale. A quanto si apprende in Procura, anche senza quest’ultimo colpo, il 23enne non avrebbe avuto scampo a causa di quanto subito in precedenza. E proprio sulla coltellata finale, i due amici-assassini, Manuel Foffo e Marco Prato, si rimpallerebbero la responsabilità a vicenda. Da ieri sono accusati di omicidio volontario aggravato dalle sevizie e dalla crudeltà per l’omicidio di Luca Varani. IntelligoNews ne ha parlato con la criminologa Roberta Bruzzone..
Il colpo decisivo non sarebbe stato quello inflitto al cuore, ma Varani sarebbe morto per le numerose sevizie ricevute. A livello processuale cosa cambia?
“Il quadro è molto chiaro a prescindere che i due si rimbalzino la responsabilità finale relativa all’ultimo colpo. Questo sul conteggio finale della pena non fa comunque alcuna differenza perché hanno partecipato entrambi, sostanzialmente in ugual misura durante le varie fasi di questa vicenda. Il fatto che quella ferita non sia quella mortale, ma che la morte sia intervenuta per una serie di lesioni inferte a lui non fa che irrobustire la responsabilità di entrambi secondo me”.
Dal punto di vista psicologico?
“Lo scenario in cui è maturato questo delitto è sconcertante sotto diversi profili. Bisognerà capire molto bene che cosa è successo non soltanto dal momento in cui Varani ha varcato la soglia di casa di Foffo, ma anche quello che è accaduto nelle 48 ore precedenti. La vicenda va letta nell’insieme di questo weekend di follia”.
Si spieghi meglio. 
“Varani non è l’unica persona ad essere entrata in quell’abitazione. Bisogna chiarire bene cioè le circostanze in cui queste due persone hanno in qualche modo organizzato tutto questo. Le responsabilità sono piuttosto evidenti, non credo proprio ci sia via di uscita”.
Si parla di infermità parziale dell’assassino per il fatto che fosse cocainomane. Una strada percorribile?
“Assolutamente no, l’utilizzo di sostanze stupefacenti in questo tipo di scenari normalmente è un’aggravante, non certo un’attenuante. Tantomeno una condizione che fa scaturire una minore responsabilità. Anche questa non credo dunque sia un’opzione percorribile”.