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Caso Varani, Bruzzone: “Misura cautelare per Prato irrobustisce la nostra chiave di lettura”

Intervista del 29 marzo 2016

Caso Varani, Bruzzone: “Misura cautelare per Prato irrobustisce la nostra chiave di lettura”

Il caso di Luca Varani continua a riempire le pagine di cronaca nera. L’avvocato Pasquale Bartolo, legale di Marco Prato, ha visto respinta la richiesta di scarcerazione per il suo assistito. “Prato è succube di Foffo, ma non ha ucciso Varani”, avrebbe detto l’avvocato come riportato da Il Sussidiario. IntelligoNews ne ha parlato con la criminologa Roberta Bruzzone.

L’avvocato di Prato sostiene che non vi sia concorso in omicidio per il suo assistito. Come risponde.

“Innanzitutto una doverosa premessa. Io sono consulente tecnico di Manuel Foffo e quindi, chiaramente, sono tenuta a uno stretto riserbo in merito alle evidenze investigative di cui sono a conoscenza. Posso dire che prendo atto delle discutibili dichiarazioni dell’avvocato di Prato. Noi siamo proprio di avviso opposto e riteniamo di poterlo dimostrare”.

La mancata scarcerazione di Prato da un punto di vista processuale ha un significato importante?

“Credo proprio di sì. Consideri che per scelta difensiva noi non abbiamo chiesto assolutamente il riesame, né un’attenuazione della misura cautelare per Manuel Foffo. Il fatto che sia stata confermata la misura cautelare più afflittiva per Prato, quindi quella carceraria, dopo aver esaminato le evidenze che sono emerse fino ad oggi, irrobustisce la nostra chiave di lettura sugli eventi”.

I due non si sono più incontrati dopo l’arresto?

“Assolutamente no. Mi preme ricordare che Manuel Foffo ha consentito l’arresto di Marco Prato, quando si è costituito ha indicato immediatamente dove si trovava Prato e ciò ne ha permesso l’immediata individuazione e poi il fermo. Dopo il delitto, però, non si sono più visti”.

Come risponde a chi la critica negativamente per aver scelto di assistere Manuel Foffo?

“Davanti a un caso che trovo estremamente interessante sotto il profilo professionale ho posto delle chiare condizioni in sede di accettazione del mandato. Manuel Foffo è reo confesso e sta collaborando in maniera davvero importante in questa inchiesta e tutto quello che al momento è stato detto da lui è stato poi riscontrato”.

Perché ha fatto questa scelta?“Perché ci sono numerosi aspetti ancora da chiarire. Anche in considerazione delle parole dell’avvocato della difesa di Prato, credo proprio che un supporto da parte mia nella ricostruzione dei fatti sia importante. Nel rispetto di Luca Varani e con la decisa e ferma volontà di ricostruire tutta la vicenda per come si è svolta. Lo ribadisco: ho deciso di entrare a far parte dello staff legale di Manuel Foffo perché lui ha dimostrato una grande capacità di collaborazione e davanti a responsabilità enormi non ha minimamente fatto un passo indietro”.